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Politica mercoledì 08 febbraio 2017 ore 17:12

"Zone-distretto, la riforma potenzia i territori"

Dopo le dichiarazioni di Vivarelli Colonna e Stefano Mugnai, l'assessore Stefania Saccardi torna sulla questione delle zone distretto



CASTEL DEL PIANO — L'assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi torna sulla questione delle zone distretto, sollecitata dalle dichiarazioni del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, e del consigliere di Forza Italia Stefano Mugnai.

"Le dichiarazioni del consigliere Mugnai - fa sapere in un comunicato l'assessore Saccardi - che definisce 'proposta monstre' la proposta di legge sulle nuove zone distretto; e quelle del sindaco di Grosseto, che parla di 'marchingegno architettato unilateralmente dalla giunta regionale per depotenziare Grosseto', sembrano non voler capire il senso della riforma in atto. 

La proposta di legge 154 sulle nuove zone distretto - chiarisce l'assessore - va compresa in un quadro complessivo che la lega alla legge regionale (84/2015), che ha tagliato da 12 a 3 il numero delle aziende sanitarie, quindi ha ridotto i centri decisionali, tagliando i costi e migliorando la capacità di programmazione. Come bilanciamento è stato previsto un potenziamento dei territori, attraverso le zone distretto, come mai era stato in passato.

Per questo il nuovo articolo sul sistema sanitario regionale (modificato dalla legge 84/2015) - spiega ancora Stefania Saccardi - prevede che siano assegnate nuove e importanti funzioni alle zone distretto; che rappresentano l'ambito territoriale ottimale (di valutazione dei bisogni e di organizzazione ed erogazione dei servizi inerenti alle reti territoriali sanitarie, sociosanitarie e sociali integrate) oltre a gestire la continuità e le risposte della integrazione sociosanitaria, compresi i servizi per la salute mentale e le dipendenze e della non autosufficienza.

Sicuramente - prosegue l'assessore - le zone distretto dovranno avere autonomia, anche di budget, rispetto alle Asl, ma questo, pur necessario, non è sufficiente. Servono anche dimensioni adeguate a generare economie di scala, ma soprattutto a sviluppare le competenze necessarie per valutare i bisogni, programmare gli obiettivi ed erogare i servizi. 

La questione vera è che, già oggi, le piccole zone non sono in grado di fornire le risposte necessarie ai cittadini. Le zone devono essere vicine, anche tramite i propri amministratori, ai cittadini, ma insieme devono anche essere in grado di avere le risorse e le competenze per rispondere alle loro esigenze.

Per questo con la nuova proposta - conclude Saccardi - le zone passano da 34 a 26, a seguito di un percorso fatto da Anci su tutti i territori. Sono anche previsti specifici incentivi per i primi anni delle nuove zone che derivano dall'accorpamento. E' bene, però, ribadire che accorpare le zone è, prima di tutto, un modo per ridurre i costi amministrativi e investire maggiori risorse sui servizi, questo a vantaggio, sopratutto, delle zone più piccole. L'unione servirà per gestire meglio anche il Fondo sociale europeo, con tutte le risorse in gioco".


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