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Attualità lunedì 16 ottobre 2023 ore 09:20

Banche, crollano i prestiti a imprese e famiglie

soldi

Ammonta a 59 miliardi il taglio dei finanziamenti ad aziende e cittadini. Prestiti personali a picco e affanno sulle rate. Lo studio Unimpresa



ROMA — Si chiama credit crunch ed è il crollo dei prestiti delle banche a imprese e famiglie registrato che nell'ultimo anno ha conosciuto un calo di 59 miliardi complessivi: oltre 53 miliardi di euro in meno per quanto riguarda i finanziamenti alle imprese, 4 miliardi in meno ai cittadini per via di prestiti personali scesi di 12 miliardi, anche se aumenta il volume dei prestiti chiesti per l'acquisto delle case.

Il quadro è tracciato dall'ultimo rapporto sul credito in Italia realizzato dal centro studi di Unimpresa, che colloca in territorio positivo il credito al consumo (+5 miliardi) e i mutui (+2 miliardi) con sofferenza da parte delle famiglie a sostenere le rate. 

Grande imputato è costo del denaro al 4,5%: "Da Agosto 2022 ad gosto 2023, lo stock di crediti concessi al settore privato è passato da 1.355 miliardi a 1.297 miliardi, con una discesa superiore al 4%. Nel frattempo, complice il rallentamento della crescita economica e, soprattutto, il rialzo dei tassi d’interesse imposto dalla Banca centrale europea, è tornato a crescere l’ammontare delle sofferenze che ad Agosto scorso, dopo un lungo periodo di tendenza in diminuzione, sono arrivate a sfiorare quota 18 miliardi di euro, in aumento di 1,6 miliardi su base annua e in salita nei primi 8 mesi del 2023 di quasi 4 miliardi (+26%)". 

Lo scenario prende in considerazione l'anno mobile: "Lo stock degli impieghi delle banche verso le imprese e le famiglie è calato, al netto delle cartolarizzazioni, del 4,24%, dai 1.354,9 miliardi di Agosto 2022 ai 1.297,5 miliardi di Agosto 2023", illustra la nota Unimpresa. 

"Con 10 rialzi del tasso di riferimento in appena 14 mesi, le condizioni di accesso ai prestiti sono diventate di fatto proibitive e, chi aveva finanziamenti a tasso variabile ha dovuto fronteggiare un imprevisto aumento del costo dell’indebitamento con gli oneri finanziari che sono saliti anche del 70-80%", è l'analisi degli esperti. 

Il tutto si traduce in "un macigno per le famiglie e per le aziende, in particolare per le piccole e medie imprese: quelle che non hanno riserve di liquidità sufficienti a coprire questa fase si trovano in enorme difficoltà". 

Secondo il rapporto del Centro studi di Unimpresa, che ha rielaborato dati della Banca d’Italia, il totale dei crediti delle banche al settore privato, al netto delle cartolarizzazioni, è passato da 1.354,9 miliardi di Agosto 2022 a 1.297,5 miliardi di Luglio Agosto 2023, in discesa di 57,4 miliardi (-4,24%)

La lente sui numeri: le imprese

Più nel dettaglio, i prestiti destinati alle aziende sono passati dai 678,2 miliardi di Agosto 2022 ai 625,02 miliardi di Agosto scorso, con una diminuzione di 53,2 miliardi (-7,84%). 

Sono diminuiti i finanziamenti a breve termine (fino a 1 anno di durata), passati da 153,2 miliardi a 139,1 miliardi in calo di 14,05 miliardi (-9,17%), sia quelli di lungo periodo (con scadenza superiori a 5 anni), crollati da 362,5 miliardi a 332,9 miliardi in discesa di 29,6 miliardi (-8,16%). 

In calo anche il credito di medio periodo (fino a 5 anni), sceso di 9,5 miliardi (-5,88%) da 162,4 miliardi a 152,8 miliardi. 

La lente sui numeri: le famiglie

Per quanto riguarda i prestiti alle famiglie, il credito al consumo e i mutui ipotecari hanno contenuto il calo complessivo che si è attestato a meno 4,2 miliardi (-0,62%) da 676,7 miliardi a 672,5 miliardi. 

I prestiti per comprare casa sono saliti di 2,3 miliardi (+0,54%) da 422,06 miliardi a 424,3 miliardi. Il credito al consumo (ovvero quello concesso principalmente per l’acquisto di viaggi, arredamento, automobili, elettrodomestici, computer e smartphone) è aumentato del 5,00% con una crescita di 5,6 miliardi da 113,8 miliardi a 119,5 miliardi. 

Si è registrato, invece, un calo significativo di 12,2 miliardi (-8,67%) per i prestiti personali (quelli concessi senza una finalità specifica), passati da 140,8 miliardi a 128,6 miliardi.

In affanno con le rate

In relazione alle rate non pagate, nei primi 8 mesi del 2023 si è registrata una brusca inversione di tendenza nell’andamento delle sofferenze bancarie: "I crediti 'malati' delle banche sono cresciuti di quasi 4 miliardi di euro tra Dicembre 2022 e Agosto scorso - sono i dati Unimpresa - con un aumento che sfiora il 26%". 

Ad Agosto dello scorso anno, le rate non pagate da famiglie e imprese erano a quota 16,2 miliardi

Le sofferenze nette delle banche (quelle calcolate dopo le svalutazioni) ad Agosto scorso valevano 17,9 miliardi di euro. Il dato è in crescita di 1,6 miliardi (+9,93%) rispetto ai 16,2 miliardi di Luglio Agosto e di ben 3,6 miliardi (+25,9%) rispetto a Dicembre dello scorso anno, quando gli arretrati netti erano pari a 14,2 miliardi. 

Ad Agosto 2022 il totale dei crediti ammalorati delle banche, calcolati al netto delle svalutazioni di bilancio sulla base delle regole europee, era a quota 16,2 miliardi. 


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