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‘Castagne a rischio per siccità e cinghiali'

A dirlo Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana, che commenta il calo delle castagne nel 2016 dopo una leggera ripresa del 2015

Con la frenata della produzione nel centro-sud, oltre al danno economico, si profila il rischio di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto dalla Spagna, dal Portogallo, dall'Albania.

Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull'origine delle castagne messe in vendita in Italia che conta ben quindici prodotti a denominazione di origine legati al castagno dei quali ben cinque si trovano in Toscana e sono il Marrone del Mugello igp, il Marrone di Caprese Michelangelo dop, la Castagna del Monte Amiata Igp, la Farina di Neccio della Garfagnana dop e la Farina di Castagne della Lunigiana dop.

"In Toscana si denuncia il crollo della produzione con un -90%, nella nostra regione, pur registrando una situazione a macchia di leopardo, il calo non è così drammatico, anche se si registra una minore produzione rispetto allo scorso anno" – dice il presidente.

Coldiretti stima un calo importante della produzione a causa della siccità estiva e soprattutto della presenza degli ungulati si è perso un 30% del raccolto che quest'anno ha spuntato quotazioni in aumento: dai 4.5 ai 5.5 euro al kg all'ingrosso fino ad arrivare a 7 euro al kg al consumatore finale.

Infine Coldiretti parla del cinipide, la vespa del castagno: "La lotta al cinipide - continua Marcelli - inizia a dare i primi buoni frutti e dopo quattro anni orribili con la produzione che si è progressivamente ridotta fino all'azzeramento, i primi segnali sono incoraggianti anche se sono lontani i bei tempi in cui i 16mila ettari di castagneti da frutto della Toscana regalavano fino 24 mila tonnellate fra marroni e castagne. Se il cinipide non fa più paura sono invece gli ungulati ad arrecare danno a questa produzione messa a dura prova anche dalla mancanza di acqua".