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Imprese & Professioni martedì 11 giugno 2019 ore 13:49

​La Toscana delibera l’equo compenso per i professionisti

La Toscana è stata la prima regione in Italia a definire le linee guida per l’equo compenso dei professionisti, per tutelare il loro lavoro e combattere l’evasione fiscale.



FIRENZE — Con la Decisione n°29 del 6-03-2018 la giunta regionale toscana ha emanato una legge, finalizzata ad affrontare il problema della retribuzione del lavoro svolto, per tutelare i professionisti tecnici che operano nell’ambito della progettazione di opere pubbliche e tutte quelle figure professionali alle quali vengono richieste prestazioni aggiuntive deliberando che essi non potranno più essere corrisposti a titolo gratuito.


La decisione tiene in considerazione tutti i riferimenti normativi che hanno normato e disciplinato i regolamenti e l’ordinamento professionale, ovvero:

  • le tabelle del Decreto Ministero della giustizia 17 giugno 2016 per le professioni tecniche
  • il decreto del Ministero della Giustizia n. 55 del 10 marzo 2014 per gli avvocati;
  • il Decreto Ministero della giustizia n. 140 del 20 luglio 2012 per i commercialisti;
  • il Decreto Ministero della giustizia n. 106 del 2 agosto 2013 per i notai e gli assistenti sociali;
  • il Decreto Ministero del lavoro e delle politiche sociali n.46 del 21 febbraio 2013 per i consulenti del lavoro;
  • il Decreto del Ministero della Salute 19 luglio 2016, n.165 per le professioni sanitarie;

Cosa è stato deciso nello specifico?

A voti unanimi si è deciso che gli uffici regionali e gli enti dipendenti della regione, in materia di procedure di acquisizione di servizi professionali, dovranno seguire queste linee guida e indirizzi:

  • determinare i compensi nel rispetto della Legge 172/2017 in riferimento ai decreti ministeriali che stabiliscono i parametri da utilizzare nei pagamenti;
  • utilizzare gli atti delle procedure concorsuali di individuazione del contraente i compensi come criterio o base di riferimento per determinare l’importo a base di gara;
  • evitare l’inserimento di clausole “vessatorie” nella predisposizione del contratto;

Inoltre, la delibera sancisce che bisognerà evitare di fissare criteri che potrebbero alterare l’equilibrio tra il lavoro svolto e il compenso pattuito, come ad esempio la prestazione di servizi aggiuntivi e la prestazione di servizi a titolo gratuito.

Sono in molti a parlare di una svolta, soprattutto nel settore delle infrastrutture e delle costruzioni, al quale sicuramente gioverà questa maggiore trasparenza e disciplina nelle retribuzioni e più in generale nella stipulazione dei contratti.
Si tratta di un modo per difendere la figura del professionista e dare dignità al suo lavoro e rendere giustizia agli sforzi che questi ultimi fanno per mantenere alto il livello qualitativo dei servizi offerti ai clienti, un esempio di ciò è l’acquisizione di cfp, ovvero crediti formativi professionali, per assolvere l’obbligo di formazione continua.


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