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Attualità giovedì 28 settembre 2023 ore 17:30

Assistenti sociali, violenze sul lavoro per 9 su 10

mani

E' stato presentato il terzo rapporto regionale sui servizi sociali, dove operano oltre 6mila persone a sostegno dei cittadini fragili



TOSCANA — Nove assistenti sociali su 10 dichiarano di aver subito qualche forma di violenza nel corso del loro lavoro, e il 35,8% afferma di aver temuto per l'inclumità sua o di un familiare a causa del proprio lavoro: è uno dei dati che emergono dal terzo rapporto regionale sui servizi sociali, presentato oggi a Firenze nella sede della presidenza della giunta regionale, Palazzo Strozzi Sacrati.

Il fenomeno delle aggressioni nei confronti degli assistenti sociali è stato oggetto di un focus del rapporto curato direttamente dal loro ordine professionale regionale, e il dato rilevato presso il campione interpellato è significativo specialmente perché rappresenta la punta di un iceberg a causa di un basso tasso di denuncia dovuto principalmente a sfiducia, senso di fallimento professionale e paura di rovinare il rapporto con l’assistito.

Di "fenomeno preoccupante" ha parlato l'assessora regionale al sociale Serena Spinelli: "L'assistente sociale, spesso giovane e donna, è il primo punto di accesso al sistema dei servizi e opera in prima linea per fronteggiare bisogni e disagi sempre più urgenti e complessi”.

L'intervento dell'assessora Spinelli alla presentazione del rapporto

L'intervento dell'assessora Spinelli alla presentazione del rapporto

Ma in generale, tornando al rapporto nel suo complesso, in Toscana all'interno dei servizi sociali opera un esercito di 6.640 persone, oltre mille in più rispetto al 2020 e in continuo aumento. Il lavoro, curato dall’Osservatorio Sociale Regionale, oltre a offrire una dettagliata fotografia statistica del settore evidenzia l’attività svolta in Toscana per garantire pari opportunità a tutti i cittadini (i cosiddetti Leps, Livelli essenziali delle prestazioni).

Molti i progetti specifici di cui la Toscana ha fatto esperienza, fra questi il servizio di emergenza urgenza sociale (Seus) attivo sperimentalmente da cinque anni e che permette di fronteggiare h24 le situazioni gravi e improvvise sotto il profilo sociale.

Oltre alla presentazione dei dati, alla tavola rotonda dedicata alle criticità e alle prospettive dei sistema dei servizi territoriali hanno partecipato tra gli altri il presidente dell'ordine nazionale degli assistenti sociali Gianmario Gazzi e il dirigente del ministero del lavoro e delle politiche sociali Renato Sampogna.

Spinelli ha definito l'ottica su cui si plasmano i servizi sociali toscani: "Chi ricorre ai servizi per affrontare le sue fragilità deve essere considerato non solo come destinatario passivo di interventi, ma come soggetto attivo titolare di diritti e di un progetto di vita personale, all'interno di un percorso di presa in cura complessiva, nel quale vengano attivate e messe in rete tutte le risorse presenti sul territorio”.

Il rapporto in numeri

I dati mostrano una crescita numerica complessiva del comparto rispetto al dato del 2020: in aumento gli assistenti sociali (1.298 rispetto ai 1.156 del 2020), gli educatori (1.679 rispetto a 1.260), gli psicologi (177 rispetto a 125), gli operatori del servizio sociale contrattualizzati (3.109 rispetto a 2.427). Il numero totale è di 6.640 rispetto ai 5.252 del 2020. In tutti questi ambiti vi è una prevalenza del genere femminile.

Tra gli assistenti sociali in crescita il personale dipendente rispetto a quello esternalizzato (che scende dal 22% al 14%) grazie ai contributi pubblici destinati al potenziamento del servizio.

Rispetto ai principali ambiti lavorativi, in quasi tutti gli ambiti territoriali sono attivi questi servizi: Servizio sociale professionale, integrazione al reddito, sostegno socio educativo territoriale e domiciliare, mediazione culturale, assistenza domiciliare socio assistenziale.

La media degli utenti del Servizio sociale professionale in Toscana si attesta sui 39,3 ogni 1.000 abitanti.


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