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Attualità giovedì 04 aprile 2024 ore 18:30

Economia illegale, giro d'affari da 1,2 miliardi

Il rapporto Irpet su illegalità e criminalità piazza la Toscana a metà strada tra le regioni italiane. Aumentano procedimenti per associazione mafiosa



TOSCANA — L’economia connessa alle attività illegali in Toscana vale un giro d'affari pari a 1,2 miliardi di euro, ai quali si aggiungono 10,1 miliardi attribuibili all’economia sommersa.

E' quanto emerge dal Rapporto 2023 su illegalità e criminalità organizzata nell'economia della Toscana di Irpet, che quantifica in in 11,3 miliardi il valore complessivo dell’attività non legale osservata sul territorio regionale. Un numero che rappresenta l’11,7% del prodotto interno lordo regionale, percentuale in linea con il dato italiano.

Nel confronto nazionale, la Toscana si pone in coda (al 16esimo posto) per gli "indicatori oggettivi di presenza di crimine organizzato” (associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere, interdittive antimafia, aziende in gestione e destinate, immobili in gestione e destinati, operazioni finanziarie attinenti criminalità organizzata).  Sul fronte degli "indicatori spia di controllo del territorio” ovvero danneggiamento seguito a violenza, attentati, sequestri, estorsione, usura e corruzione si piazza invece un po più su, al 13esimo posto. I valori più critici, secondo Irpet, riguardano gli "indicatori di esercizio di attività illecite” (riciclaggio, contraffazione, contrabbando, stupefacenti, reati del ciclo dei rifiuti, sfruttamento della prostituzione): qui la Toscana si trova al nono posto, tra le prime regioni del centro-nord.

L’indicatore sintetico dei tre domini colloca la regione a metà strada (al decimo posto) in italia. Su base provinciale il valore più elevato spetta a Livorno, a cui seguono l’area della piana tra Firenze, Prato e Pistoia e l’area della costa centro-meridionale.

Nello specifico delle attività illecite, la Toscana emerge come un caso critico nel reato di contraffazione. Otto province su dieci sopravanzano il valore mediano nazionale, mentre Firenze, Prato, Grosseto e Livorno si posizionano nel gruppo delle province italiane con i valori più elevati. Firenze e Prato sono coinvolte prevalentemente nella produzione di merci contraffatte, Livorno e Grosseto, invece, nelle connesse attività di logistica e successiva distribuzione.

L’evasione contributiva legata al lavoro irregolare è stimata in circa 604 milioni di euro.

Una quantificazione dell’Irpef evasa in Toscana restituisce un ammontare di poco superiore a 2,5 miliardi di euro, in linea con la media nazionale.

La relazione per l’Anno Giudiziario 2023 della Procura Generale riporta un deciso aumento dei procedimenti per associazione mafiosa (da 13 a 28) avviati tra il Luglio 2021 e il Giugno 2022. “Sebbene le mafie non esprimano nella regione uno stabile radicamento territoriale - spiega l'assessore regionale alla legalità Stefano Ciuoffo - la Toscana si conferma una delle aree privilegiate per attività di riciclaggio e più in generale per la realizzazione di reati economici finanziari su larga scala. Il rapporto ci rafforza nella convinzione che stiamo battendo la strada giusta, nonostante il mutamento continuo e costante del crimine organizzato“.

"Le mafie si combattono parlandone a voce alta e dandoci gli strumenti necessari di studio e analisi" sottolinea il presidente della Regione Eugenio Giani. "Di qualunque tipo sia la criminalità - aggiunge - prospera se non le si presta la giusta attenzione, se la si sottovaluta, senza dotarsi dei giusti strumenti per riconoscerla e farla emergere nelle attività, nelle relazioni, nelle modalità operative. Noi questa operazione la compiamo ogni anno”.


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