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Attualità mercoledì 05 agosto 2015 ore 08:00
Geotermia: fra 20 giorni scade la moratoria
I sei mesi sono quasi al termine: non si sa ancora cosa accadrà ai 31 permessi di ricerca. Si attendono i criteri annunciati da Regione e governo
CASTELNUOVO VAL DI CECINA — E' stata approvata dal Consiglio regionale della Toscana l'11 febbraio la legge che 'congela' la ricerca in ambito geotermico.
LA LEGGE. Il primo comma stabilisce che la giunta regionale, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, "individui con deliberazione il numero massimo dei pozzi, i criteri e i parametri per operare la loro distribuzione sul territorio”; il secondo “rispondendo all'esigenza di cautela che è la ratio ispiratrice della legge stessa e per non compromettere in maniera irreversibile il territorio, stabilisce che non oltre sei mesi dall’entrata in vigore della legge sono sospesi i procedimenti per il rilascio dei permessi di ricerca e delle relative proroghe, degli atti di assenso per la realizzazione dei pozzi esplorativi e gli atti ad essi preordinati”.
IL CONTO ALLA ROVESCIA. Ora i 6 mesi sono alla scadere e sul tavolo ci sono 31 autorizzazioni di ricerca rilasciate dalla Regione in tutta la Toscana, fra cui quella per i permessi di Gesto nei pressi del Masso delle Fanciulle e del progetto 'Mensano' che molto interessa gli abitanti di Montecastelli Pisano, frazione di Castelnuovo Val di Cecina e borgo vicino al quale potrebbe sorgere una nuova centrale.
"Il 26 agosto scade la moratoria regionale sulla Geotermia in Toscana che ha momentaneamente interrotto l'iter della procedura di VIA (Valutazione di impatto ambientale) delle diverse richieste di permessi di ricerca presentate in Regione - spiegano dal Comitato Montecastelli Viva - Questa moratoria avrebbe dovuto permettere alla Regione Toscana di garantire la sostenibilità ambientale e socioeconomica dei territori interessati dai permessi di ricerca, tra cui il nostro (il permesso Mensano) e la Regione avrebbe dovuto anche stabilire il numero massimo di pozzi esplorativi e i criteri per la loro corretta distribuzione sul territorio".
L'ITER. Dal comitato, che si oppone alla realizzazione della centrale, spiegano che "al momento non è dato sapere se questi propositi della Regione sono diventati una concreta realtà; quello che sappiamo è che allo scadere della moratoria inizierà la valutazione della commissione tecnica del settore Via, al termine della quale sapremo se il 'progetto Mensano', così com'è, potrà procedere o meno".
Dunque, dopo mesi di stop, si attende di capire cosa accadrà a questi permessi di ricerca e quali saranno i criteri che fisserà la Regione. Anche se non è da escludersi una proroga dei tempi. In una situazione che vede da un lato alcuni cittadini, come nel caso di Montecastelli, opporsi alla realizzazione di pozzi e centrali, e dall'altro le società titolari dei permessi, Magma Energy Italia in questo caso, che hanno investito nella ricerca e nello sfruttamento di questa risorsa.
IL CASO NAZIONALE. L'attenzione del Comitato Montecastelli Viva rimane alta anche sulla concessione ministeriale: "con l'eventuale approvazione del progetto Castelnuovo, potrebbe permettere la realizzazione di una centrale pilota in un'area prossima all'abitato di Montecastelli; questo progetto risulta ad oggi approvato con riserva".
E Montecastelli è un caso emblematico perchè su quel territorio insistono 2 diversi permessi: oltre a quelli regionali, ci sono infatti anche quelli ministeriali. Se ad oggi solo Enel è titolare di concessioni di coltivazione geotermiche in Italia, con la liberalizzazione del mercato, secondo i dati del febbraio scorso, sono stati già concessi una cinquantina di permessi di ricerca a livello nazionale, altri 41 sono stati richiesti e non ancora approvati, mentre 10 risultano i permessi sperimentali già approvati dal Ministero.
Anche a livello nazionale il 15 aprile scorso è stata approvata una risoluzione dalle Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera che impegnava il Governo a stabilire in 6 mesi dall'approvazione della risoluzione, i criteri per lo sfruttamento della geotermia. Si dovrà decidere, dunque, in quali zone del Paese sorgeranno le "varie tipologie di impianti geotermici, identificando le aree potenzialmente sfruttabili" ed emanare anche 'linee guida' che "individuino nell'ambito delle aree idonee anche i criteri generali di valutazione, finalizzati allo sfruttamento in sicurezza della risorsa".
Criteri e dettagli tecnici che ad oggi non sono stati ancora resi noti.
Alessandra Siotto
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