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Attualità mercoledì 28 settembre 2016 ore 18:43

Tiene il settore dell’estrazione mineraria

La lavorazione di minerali è specializzazione storica, che nasce dalle materie prime di qualità, destinate all'uso ornamentale o all'edilizio



AMIATA — I marmi nel distretto apuo-versiliese rappresentano la più rilevante realtà dell'industria lapidea italiana, seguiti dall’alabastro di Volterra (Pisa), dal travertino a Rapolano (Siena)e da altre realtà più piccole nelle aree dell'Amiata e dell'Appennino.

Il comparto lapideo occupa circa 8mila addetti in tutta la Toscana. Secondo i dati Istat le imprese sono circa 2500 imprese, delle quali due terzi (5400) impegnate nelle attività di lavorazione, 1400 (18%) nell'estrazione e 1200 (15%) nella produzione di beni strumentali legati alla filiera lapidea, che è composta da più fasi: preparazione del sito ed estrazione dei materiali, lavorazione e commercializzazione, oltre a comparti accessori come la produzione di macchinari per l'estrazione e la lavorazione.

I dati mostrano una crisi che va oltre la fase congiunturale, con caratteristiche più strutturali. Si evidenzia un duplice andamento tra le attività di estrazione e quelle di lavorazione.

Nell'ultimo decennio l'industria della lavorazione dei minerali ha presentato una perdita media annua di valore aggiunto del 3% nel periodo 2001-2011, mentre il resto dell'industria toscana registrava -0,4% e l'intera economia regionale il 2,4%.


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