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Attualità lunedì 07 novembre 2016 ore 10:00

Un comitato pro fusione Santa Fiora-Castell'Azzara

'Il modello sino a oggi perseguito dalle Unioni dei Comuni amiatini è fallito', lo dice Monia Benedetti comitato fusione Castell’Azzara e Santa Fiora



CASTEL'AZZARA — Poi Monica continua: "La strada da percorrere per recuperare forza e capacità di erogazione di servizi al cittadino è la fusione. È un obiettivo chiaro, come è chiara la forma amministrativa da affermare".

'La riflessione parte dalla consapevolezza che, a fronte delle norme sempre più stringenti in materia di unioni e fusioni di Comuni imposte a livello nazionale e regionale per le comunità sotto i 5.000 abitanti (3.000 per i comuni montani) le nostre comunità non possano restare ferme ad attendere azioni esterne coercitive" - continua la coordinatrice Monia Benedetti, Vico Tenci, Moreno Pomi e Antonio Albertini.

'Continuare ad attendere, a soffermarsi senza decidere, a difendere astrattamente interessi di campanile, rischia di penalizzarci fortemente. Unire Castell’Azzara e Santa Fiora è utile e naturale per omogeneità dei territori e radici sociali – prosegue il comitato -. La fusione consentirà di recuperare efficienza, tempestività decisionale e operativa grazie anche agli incentivi finanziari previsti dalle norme nazionali e regionali che aiuteranno le fasi di trasformazione del processo organizzativo di fusione in un unico comune delle due attuali amministrazioni'.

I benefici previsti a oggi per le fusioni sia a livello nazionale che regionale sono considerevoli: 250 mila euro all’anno per 5 anni ( per ogni comune che fa parte della fusione, esempio se si fondono due comuni sono 500.000 euro all’anno per 5 anni); 40% dei trasferimenti dello Stato riferiti nell’anno 2010 moltiplicati per il numero dei comuni che si fondono per 10 anni; rottura del patto di stabilità e liberazione di economie per investimenti sullo sviluppo del nostro territorio (superamento del divieto di spendere le risorse disponibili); superamento del blocco delle assunzioni e definizione di un fabbisogno di operatori necessari per il funzionamento del futuro comune unico; risparmi ed economie di scala: un solo sindaco così come una giunta, un consiglio, un segretario, un ragioniere, un tecnico, servizi meno costosi e più efficaci per effetto dell’economia di scala.

L’integrazione delle risorse derivanti dai risparmi e dai contributi erogati dallo Stato e dalla Regione, potranno garantire il raggiungimento di importanti obiettivi a beneficio dei cittadini per quanto riguarda la riduzione delle tasse locali, le agevolazioni per le famiglie e alla scuola sul trasporto e la riapertura o potenziamento di servizi già esistenti e la salvaguardia delle Municipalità.


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