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Attualità martedì 13 dicembre 2016 ore 12:30
I comitati chiedono la moratoria
Geotermia sull'Amiata, il nuovo attacco dei comitati: "Dopo il referendum, moratoria o dimissioni della giunta regionale"
SANTA FIORA — La "interlocutoria" presentazione dei dati Ars e Arpat del 24 novembre - si apprende da un comunicato di Sos geotermia - da parte dell'assessore Fratoni forse prefigurava un diverso esito referendario che avrebbe dato maggiori poteri alla "politica" e meno ai cittadini. Così non è: si cambi politica energetica o si dimettano.
Non si capirebbe - continua il comunicato - la giornata del 24 novembre a Firenze con la presentazione dei dati Ars e Arpat sulla questione geotermia in Amiata, se non si tenesse conto anche di due importanti fattori: 1. il cambio della guardia con la sostituzione del direttore Ars Cipriani con Voller, come a settembre l'allontanamento di Sargentini e sostituzione con Verre - fortemente criticata in Consiglio regionale e anche dal sindacato -, e l'uscita di scena dell'assessora all'ambiente e energia Bramerini sostituita dalla Fratoni; 2. il referendum costituzionale del 4 dicembre con la valanga di NO che ha impedito una involuzione decisionista e autoritaria nel Paese.
In merito allo strano turn over ai vertici delle Agenzie e Assessorato all'ambiente - continua Sos geotermia - non si può non chiedersi come mai direttori e assessori vengano allontanati: per raggiunti limiti di età, per dimissioni volontarie, perché hanno svolto male le loro funzioni, perché ormai non sono più "utili" o perché in rotta di collisione con l'amministrazione? A noi pare un po' di tutto questo e, relativamente alla vicenda geotermia Amiata, è evidente che sarebbe stato improponibile per i precedenti titolari sorvolare bellamente sull'aggiornamento dei dati di mortalità, dichiarare che va tutto bene e, smentendo se stessi, che si farà un nuovo studio dei cui esiti potremo sapere tra 10/15 anni, forse.
Ammesso pure che un ulteriore studio potrebbe essere più accurato dei precedenti, è inaccettabile - dicono i comitati - tentare di passare un colpo di spugna su dati e studi che loro stessi hanno prodotto e che, nel merito, ponevano la geotermia tra le possibili concause degli aumenti di mortalità e altre patologie, considerato peraltro che l'attuale direttore dell'Ars, Voller, aveva, proprio lui, nel 2012, presentato uno studio in cui si escludevano differenze di "stili di vita" tra la popolazione delle aree geotermiche e quella dei comuni entro 50 km: ci ha ripensato? ricominciamo il ritornello degli "stili di vita"?
Da evidenziare anche l'uso disinvolto di dati che, a voler pensare bene, sono perlomeno parziali e/o carenti; in particolare l'affermazione dei dati sull'ammoniaca che, a detta della Fratoni, ammonterebbero a 25 kg/h, mentre per le sole centrali di Bagnore tale emissioni ammonterebbero a 89,6 kg/h, dati 2015, evidenziando che per Bagnore 4 i dati riportati sono di una centrale a cui "mancava ancora vapore per essere definitivamente a regime", che comunque significano 785.000 kg all’anno e un costo sanitario annuo aggiuntivo, stimato dalla CEE (Report Cafe) pari a più di 16 milioni di euro/anno.
Non si comprende neanche perché, tra i parametri utilizzati per le emissioni di Acido solfidrico (o Idrogeno solforato, H2S), si usino parzialmente le "Linee guida qualità dell'aria per l'Europa, 2000" della WHO (World Health Organization) escludendo il parametro che indica che a tali emissioni "non dovrebbe essere consentito di superare il 7 µg/m3, con un periodo medio di 30 minuti" e non si considerino affatto i limiti consigliati dall'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (US EPA) che indicano come il valore limite per l'esposizione cronica è 2 µg/m3 per scongiurare lesioni alla mucosa olfattoria.
O, meglio - prosegue Sos - alla luce della recente sentenza 718 del Tribunale di Siena forse si capisce bene, perché tali parametri sostanziano emissioni dannose solo nel lungo periodo, ma che comunque evidenziano "la lesione del diritto al normale svolgimento della vita familiare all’interno della propria casa di abitazione e del diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane sono pregiudizi apprezzabili in termini di danno non patrimoniale" (...), in contrasto con il diritto al rispetto della propria vita privata e familiare è uno dei diritti protetti dalla Convenzione europea dei diritti umani (art. 8).
Altrettanto grave è l'omissione degli aggiornamenti dei dati delle emissioni delle centrali da parte di Arpat -che ha "promesso" la loro pubblicazione a dicembre- e l'aggiornamento dell'Allegato 6 (Analisi dei ricoverati e analisi della mortalità) da parte di Ars, come anche non aver tenuto in nessun conto il pur autorevole studio Basosi-Bravi sulle centrali geotermoelettriche dell'Amiata.
Ma il tentativo dell'assessora Fratoni supportata da Ars e Arpat poteva essere, come abbiamo immediatamente denunciato, il tentativo di "far passare la nottata" del referendum del 4 dicembre, con la (vana) speranza che una vittoria del fronte del Sì avrebbe dato più potere agli apparati e meno ai cittadini consentendogli quindi di proseguire a menare il can per l'aia senza pagare pegno e, soprattutto, consentendo la prosecuzione dell'attività geotermica senza ulteriori "lacci e lacciuoli" e proteste dei "quattro comitatini".
Così non è stato, per fortuna dei cittadini, e in Toscana, pur in presenza di un PD ed altre lobbies schierate nel fronte del Sì, hanno raccimolato solo uno scricchiolante 52,5% che suona come una sveglia per il partito che da sempre governa questa regione e che per la prima volta vede in reale pericolo il suo potere; ancora più significativo è il risultato in Amiata dove le direttive di partito sono rispettate dappertutto tranne a Santa Fiora ed Arcidosso, due importanti comuni dove però si pagano proprio gli effetti delle centrali di Bagnore, dove i sindaci sono apertamente schierati con l'Enel contro i loro stessi cittadini.
E' evidente che Rossi - prosegue il foglio - e la sua giunta si trovano di fronte ad un bivio storico: perseverare nelle medesime miopi politiche ambientali ed economiche che ignorano il disagio e le proteste che arrivano dai territori e che li porteranno dritti verso una debacle elettorale, oppure cambiare decisamente rotta attuando politiche che guardino agli interessi dei cittadini e dell'ambiente e non agli appetiti delle lobbies e delle multinazionali.
E' inaccettabile - concludono i comitati - che dopo oltre 15 anni di studi non solo non si dica con chiarezza le cause dell'eccesso di mortalità e patologie in Amiata, né si aggiornino i dati, ma si azzeri tutto per avviare un nuovo studio che - quello sì - ci darà risposte, ma tra altri 10/15 anni. Noi non ci stiamo. Se per tutti questi anni siamo stati presi in giro da degli incapaci ed è quindi necessario un nuovo studio, esigiamo la moratoria generale di ogni attività geotermica esistente e di progetto in attesa dei nuovi risultati, oppure le dimissioni dell'intera giunta regionale e dei vertici di Ars e Arpat che quei dati hanno fornito.
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