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giovedì 28 marzo 2024

STORIELBA — il Blog di Alessandro Canestrelli

Alessandro Canestrelli

Nato a Piombino da genitori elbani, con la famiglia si sposta a Portoferraio a tredici anni; compie gli studi superiori e si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia laureandosi con Lode. Insegna all’Elba per quattro anni e passa sotto la Regione Toscana. Nel 1990 si trasferisce all’APT di Pisa per l'Editoria e la Comunicazione, poi alla Provincia di Pisa per la Cultura. Conclude l’esperienza lavorativa nel 2015.

I dintorni dell'Isola d'Elba

di Alessandro Canestrelli - giovedì 01 settembre 2022 ore 07:00

L’ispirazione che deriva dall’osservazione di questa anonima cartina sovverte o addirittura ribalta una storiografia che pone l’isola d’Elba e l’Arcipelago come appendice marittima della Toscana. Esprime, pur nella semplicità iconografica, delineata “al tratto”, senza colore e senza rilievi, l’idea e il concetto che i territori circostanti l’isola d’Elba siano i suoi dintorni.

A mio avviso questa cartina geografica propone giustamente di spostare l’asse, il baricentro, dal vicino e limitrofo ‘continente’ - come dicono gli Elbani - a un’isola la cui storia non è stata né di poca e tanto meno di scarsa importanza, anzi.

L'Elba è sempre stata conosciuta e numerosi sono i passi di poeti, viaggiatori e narratori, geografi, cartografi e pittori, che hanno descritto le sue antiche miniere di rame e ferro, le sue pietre di granito con le quali sono costruiti insigni, millenari monumenti, le sue acque pescose, i suoi lidi e insenature, e i suoi generosi vini.

L'inaspettato arrivo dell'imperatore Napoleone, la sua permanenza di dieci mesi, ha ancor più messo in luce l'Elba, che in quei primi decenni del XIX secolo divenne il cuore degli interessi politici e strategici di tutte le nazioni europee e mediterranee e fu apprezzata per la sua storia e la sua bellezza naturale.

Bonaparte non a caso aveva scelto l’Elba. Con pochi uomini l’antica Cosmopoli, mai conquistata da alcun esercito o flotta nemica, poteva essere il miglior baluardo possibile anche con un piccolo esercito. Fu sufficiente un manipolo di ‘Coraggiosi di Toscana’, una parte della piccola armata per fare sì che il grande Corso giungesse indenne a Parigi.

Esprime un concetto sintetico sull’Elba un gruppo di ingegneri e topografi francesi che, su comando del governo di Bonaparte, intrapresero fra il 1802 – 1804 la prima mappatura dettagliata dell’Elba, 1:10.000.

Essi tratteggiavano l’isola così: “In bilico appena al largo delle coste della Toscana e nel raggio sia della Corsica sia della Sardegna, nel corso dei secoli fu invasa da Liguri (Ilvates), Cartaginesi, Etruschi, Romani, Goti, Ostrogoti, Vandali, Longobardi, Saraceni, Turchi, Pisani, Genovesi, Spagnoli, Russi, Tedeschi, Polacchi, Francesi, Inglesi e per secoli dai pirati e dai corsari delle coste mediterranee”.

Che la Storia della Toscana marittima abbia bisogno di essere riscritta e narrata in quella chiave di lettura? L’Elba non è forse l’isola dei Calibi, come scrive Virgilio nell’Eneide, l’inesausta isola dei metalli?

Alessandro Canestrelli

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