Politica giovedì 01 agosto 2019 ore 13:05
Geotermia, la Regione Toscana c'è
Al consiglio regionale straordinario aperto a Larderello Rossi, Giani e Fratoni hanno sottolineato la massima vicinanza all'Altra Val di Cecina
POMARANCE — Grande partecipazione da parte dei consiglieri regionali, delle istituzioni locali e dei rappresentanti delle forze sindacali e delle imprese, questa mattina, alla seduta straordinaria del Consiglio regionale dedicata alla geotermia a Larderello.
Nella sala del cinema “Florentia” i consiglieri regionali sono stati presenti per circa il 90 per cento e in sala anche molti primi cittadini del territorio, da Pomarance a Radicondoli, da Monte Rotondo marittimo a Chiusdino e Volterra.
Ad aprire la seduta il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani che ha ricordato la lunga esperienza della Toscana sul fronte geotermico: “Abbiamo iniziato a produrre energia elettrica dai soffioni boraciferi 115 anni fa grazie all’intuizione di Piero Ginori Conti”. Anche a fronte del know-how acquisito, unito al fatto che la nostra è l’unica regione in cui c’è una forte presenza geotermica, “sarebbe una follia metterla in discussione. La geotermia è pietra miliare del modello di sviluppo e la Toscana sa di esserne un tassello fondamentale”. Certo il mutato quadro nazionale ha fatto tirare un respiro di sollievo ad istituzioni, operatori e indotto ma è necessario “restare un pungolo e presidiare il fronte. La partita con il governo è ancora tutta aperta” ha avvertito Giani, che già dalla convocazione di una seduta straordinaria ha inteso “assumersi un impegno con il territorio” sul fronte sviluppo economico e opportunità di lavoro, senza tuttavia dimenticare “salvaguardia ambientale e di salute pubblica”. “Si potrà discutere sulle misure da adottare per coniugare impiego sostenibile e corretto inserimento nel tessuto sociale e paesaggistico, ma guai a mettere in dubbio l’importanza di una risorsa che in Toscana, fino alla Val di Cecina, impiega 2mila operatori” ha chiarito il presidente.
Le difficoltà riscontrate nel primo decreto sulle rinnovabili che ha escluso la geotermia dalle fonti incentivabili sono state ricordate da Giani che pure ha osservato: “Adesso la situazione è più costruttiva. Si è riconosciuta l’importanza della geotermia e il Consiglio, con l’approvazione della legge ormai divenuta modello da prendere a riferimento, ha confermato cosa ha significato e cosa significherà questa risorsa per la Toscana”.
Il presidente ha ringraziato i consiglieri regionali presenti e ha ribadito: “La nostra presenza sancisce impegno e attenzione che come assemblea, e quindi come rappresentanti dei cittadini, abbiamo voluto sin da subito tenere su un tema che rappresenta il futuro”.
Ilaria Bacci, sindaco di Pomarance, ha parlato prima dell’inizio dei lavori del Consiglio straordinario e ha ringraziato per aver raccolto la richiesta del territorio per una seduta dell’assemblea tutta dedicata ad una risorsa “per noi strategica, fondamentale e sul cui utilizzo si basa il nostro sviluppo. E una risorsa della Toscana e dell’Italia tutta” ha detto. Bacci ha inoltre auspicato l’apertura di un tavolo tecnico che possa raccogliere suggerimenti da portare, tramite la Regione, al Mise e quindi per arrivare ad una stesura del nuovo Fer2 “davvero utile per ottenere gli incentivi prima eliminati”.
L’assessora regionale Federica Fratoni ha tenuto la comunicazione della Giunta regionale. La Toscana è “centro di eccellenza dell’industria geotermica nazionale”, è, in Italia, “l’unica che impiega la risorsa per produrre energia elettrica” e la Regione è orientata verso una “coltivazione ambientalmente sostenibile: compatibile con l’ambiente, emissioni sotto controllo, captazione della Co2 da immettere sul mercato”.
L’assessore ha illustrato il quadro della geotermia in Toscana, con particolare riferimento agli incentivi nazionali e allo sviluppo degli investimenti nella nostra regione. Prospettive che seguono i recenti impegni presi dal Governo nazionale, maturati a seguito dell’incontro al Mise (Ministero dello sviluppo economico) del 18 luglio scorso tra Regione, Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche (CoSviG) e Comuni sedi d’impianto. In quella sede è stato assicurato che gli incentivi inizialmente previsti nel Fer1 (Fondo energie rinnovabili) e poi eliminati, troveranno spazio nel secondo decreto attualmente in fase di studio. Ad oggi esiste solo una griglia, ma le intenzioni del Mise sono chiare: è incentivabile tanto la coltivazione della geotermia con totale reiniezione dei fluidi, dove tecnicamente possibile, sia quella tradizionale dove sono possibili innovazioni che consentano il drastico abbattimento degli impatti ambientali. E sempre in quella sede è emerso che la recente legge toscana per una geotermia 2.0 è stata presa a modello e come punto di riferimento in quanto considerata all’avanguardia, proprio da un punto di vista della mitigazione dell’impatto ambientale.
Le disposizioni varate a febbraio scorso, “fissano obiettivi sostenibili, stabiliscono nuovi e ambiziosi target per le coltivazioni delle risorse geotermiche nel sottosuolo, impongono monitoraggi più stringenti e richiedono un inserimento paesaggistico adeguato”, dichiara Fratoni. Con il riconoscimento, da parte del Governo nazionale, che la geotermia è “fonte importantissima per lo sviluppo della strategia sulla sostenibilità energetica e per affrancarsi dall’approvvigionamento da fonti fossili tradizionali”, la Toscana punta, con la dovuta attenzione all’ambiente e al paesaggio, a farne una “leva dello sviluppo economico e lavorativo dei territori”.
Il settore impiega oltre 2mila operatori e coinvolge 16 comuni (Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Castel del Piano, Castelnuovo Val di Cecina, Chiusdino, Montecatini Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Montieri, Piancastagnaio, Pomarance, Radicofani, Radicondoli, Roccalbegna, San Casciano dei Bagni, Santa Fiora). “Di recente – informa Fratoni – è stata autorizzata ad Enel una centrale da 20Mw a Monterotondo. L’aggiunta di Massa Marittima fa salire a 17 il numero dei Comuni geotermici della Toscana”.
L’assessore aggiorna anche sulle “attività di ricerca sviluppate negli ultimi anni da società diverse da Enel per la produzione con emissioni di processo in atmosfera nulle”. I permessi in corso, “tutti o quasi orientati alla ricerca di temperature medie, sono 18. Per tre permessi è stato effettuato il riconoscimento della risorsa e siamo in attesa che le società presentino istanza di concessione. In un caso è in corso il procedimento per il rilascio”, informa l’assessore. La conferenza di servizi per una nuova concessione e la contestuale autorizzazione per una centrale a reimmissione totale, “si è conclusa positivamente e il decreto autorizzativo è previsto entro agosto”, aggiunge.
Sempre in ambito di media entalpia, in Toscana sono presenti cinque permessi pilota di competenza statale e quattro nuove istanze di permessi ordinari. “Cinque società sono risultate assegnatarie di incentivi da cinque centrali di media entalpia a 5Mw per un totale di 25Mw”, continua l’assessore.
Sul recente ritiro di Enel Green Power della procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale) per la nuova centrale Pc6 a Piancastagnaio in corso presso la Regione, l’assessore ha le idee chiare: “Occorre sollecitare la rapida emanazione del secondo decreto sulle rinnovabili con gli incentivi previsti anche per l’alta entalpia. È la condizione primaria per la riattivazione del procedimento di Piancastagnaio, un’opportunità perché può rappresentare il progetto pilota di una nuova geotermia”. Dal canto suo Enel, titolare fino al 2024 della concessione per lo sfruttamento della geotermia, conferma l’interesse per la centrale pur rilevando la necessità di “rispondere alle richieste del nuovo quadro normativo e regolatorio regionale e nazionale” (la nuova legge toscana obbliga al recupero di almeno il 10 per cento di CO2 immessa in atmosfera).
"Vogliamo poi redigere con Enel un Piano di interventi e di sviluppo di questo settore in Toscana - ha specificato Fratoni -, per arrivare al nostro obiettivo dichiarato che è quello di arrivare, entro il 2050, ad una regione carbon neutral, con il suo intero fabbisogno energetico prodotto attraverso le fondi di energia rinnovabili, alle quali la geotermia appartiene a pieno titolo e delle quali rappresenta una parte notevole".
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