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Politica giovedì 09 marzo 2017 ore 10:01

"Percorso Vetta-mare, ma noi dove siamo?"

Scrive la titolare di un'azienda agrituristica di Roccalbegna, sulla mancata partecipazione al percorso definito "Vetta Mare"



ROCCALBEGNA — C'è da parte nostra - scrive Silvia Germani, titolare dell'azienda agrituristica "La Rocca delle Pigne", e appartenente al gruppo di opposizione "Ricostruire in Comune" - grande rammarico per la mancata partecipazione del comune all'iter che ha portato a compimento del percorso che dall’Amiata conduce fino al mare (Germani si riferisce al percorso inaugurato di recente che dalla vetta del Monte Amiata scende per 136 chilometri fino ad arrivare a Porto Ercole. Il tracciato attraversa numerosi comuni, ma non Roccalbegna, ndr)

Infatti, osservando la mappa su cui è riportato il tracciato,si nota subito che da Santa Fiora questo dirige verso Castell'azzara e da lì fino a San Martino sul Fiora per poi piegare verso Poggio Murella, compiendo di fatto una vera e propria curva tesa ad escludere da questo percorso Roccalbegna e il suo territorio.

Roccalbegna ha un territorio molto particolare, con una vasta gamma di biodiversità, tanto che al suo interno sono state create varie aree protette e tutelate, come ad esempio il bosco di Rocconi, la riserva regionale di Pescinello e altre vaste aree. 

Senza contare la storia che è passata e che ancora si percepisce in questi posti, dagli Etruschi ai Romani e Longobardi, fino ad arrivare all'influenza dell'abbazia di San Salvatore tramite la Cella Sancti Miniati, passata in seguito, prima agli Aldobrandeschi, poi ai Piccolomini e alla Repubblica di Siena. 

Questi ultimi, per la particolare attenzione che nutrivano per borgo di Roccalbegna definita al tempo “la piccola Siena”, hanno lasciato segni indelebili del proprio passaggio,fra i quali spicca il Trittico del pittore trecentesco Ambrogio Lorenzetti.

Pertanto, leggendo che nelle finalità di questa ”Vetta-Mare” c'è il richiamo a un turismo particolarmente attento alle peculiarità storico-naturalistiche, ci si chiede come, persone che praticano questo tipo di turismo, possano non avere interesse a visitare luoghi e territori come Roccalbegna, ripercorrendo magari l'antica Via del Sale Longobarda.

Per creare una iniziativa del genere sono stati necessari mesi di lavoro, di studio e di riunioni da parte del capofila Manciano e degli altri soggetti partecipanti; anche l'amministrazione di Roccalbegna è stata sollecitata in altre occasioni, al fine di costituire un tracciato che possa ricollegarsi con i comuni limitrofi, lasciando però poi concludere tutto con un nulla di fatto per la mancanza di disponibilità economiche. 

Ma senza la ricerca di finanziamenti come si può pensare di trovare fondi che possano dare slancio all'economia locale, portando di conseguenza un turismo selezionato? Questa politica unilaterale da parte dell'amministrazione, senza coinvolgere i soggetti e le strutture ricettive interessate, ci sembrano molto gravi e prive di logica, oltre che di scusanti.

Chiediamo per questo che venga istituito un tavolo di lavoro che coinvolga, le strutture ricettive e turistiche, le associazioni pro-loco, le associazioni di categorie interessate al turismo e alla salvaguardia del territorio, e le opposizioni. Per garantire un percorso condiviso e comune.

A questa amministrazione, che sembra aver fatto dell’immobilismo la sua carta di identità, facciamo presente che noi, in questi posti ci viviamo, e vorremmo anche lavorarci, facendo turismo e organizzando eventi possibilmente con il supporto delle istituzioni. 

Se non sono le amministrazioni a promuovere il territorio, a supportare le aziende e le associazioni, nell’oneroso e complesso compito di far conoscere le peculiarità socio-territoriali, a dare indirizzi di sviluppo, a stimolare un rapporto di collaborazione sempre più stretto tra gli attori economici del territorio, se non sono loro a svolgere questi compiti chi può farlo?

Visto quanto recentemente emerso nella speciale classifica dei comuni maremmani  - conclude Germani - ricavata dall’analisi Twig, start up di studi economici, che riprende i dati del Ministero dell’Economia sui redditi del 2015, nei quali Roccalbegna si attesta saldamente all'ultimo posto con un reddito medio di 12.936 euro, e consci dell’amenità di certe domande che poniamo, ci prepariamo ad affrontare una nuova stagione turistica con tutto il carico di lavoro sulle nostre spalle e l’unica soddisfazione di contribuire con le nostre tasse a tamponare un declino, che speriamo un giorno possa finire, per riportare Roccalbegna ad avere la giusta visibilità che gli spetta.


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