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Attualità giovedì 12 maggio 2016 ore 14:58

Geotermia, incontro tra comitati e commissioni

Foto di: Consiglieri regionali Pd

Confronto tra consiglieri regionali e i cittadini dei comuni interessati sull’impatto ambientale e sociale dello sviluppo geotermico sul territorio



SEGGIANO — Le preoccupazioni dei sindaci per l’impatto non solo ambientale e paesaggistico, ma anche economico e sociale, di uno sviluppo incontrollato dello sfruttamento delle risorse geotermiche hanno accompagnato tutte le tappe della visita della commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale sul territorio amiatino.

Sono stati i primi cittadini di Arcidosso, Jacopo Marini, alla guida anche dell’Unione dei Comuni dell’Amiata, Romina Sani di Cinigiano, Giampiero Secio di Seggiano, Claudio Franci di Casteldelpiano a fare da guida ai consiglieri nelle aree sulle quali pende una richiesta per ottenere il permesso di ricerca per la coltivazione di pozzi geotermici di media entalpia.

Il vicepresidente della commissione Giacomo Giannarelli (il presidente Stefano Baccelli è stato costretto a rinunciare all’ultimo minuto), Lucia De Robertis, Tommaso Fattori, Elisabetta Meucci, Monia Monni, Leonardo Marras, si sono letteralmente inerpicati lungo le strade non sempre percorribili dalle auto di servizio per raggiungere le aree interessate a Montenero d’Orcia, Monticello Amiata (Cinigiano), Seggiano e verificare direttamente quello che le relazioni tecniche non riescono a descrivere.

E’ stato il sindaco, Giampiero Secco, a fare gli onori di casa, seguito poi dal consigliere Leonardo Marras, che poi ha lasciato la conduzione dell’incontro al vice presidente della commissione, Giacomo Giannarelli.

Molti i problemi sollevati, a partire da quelli sanitari e dai dati epidemiologici ai dati sull’inquinamento. Ma, soprattutto, è la realtà agricola, animata da centinaia di piccole aziende familiari, a sollevare grossi dubbi sulla compatibilità degli impianti geotermici in generale, indipendentemente dalla loro localizzazione. 

La Val d’Orcia è sotto tutela dell’Unesco ed è grazie a finanziamenti pubblici per decine di milioni di euro che lo sviluppo agricolo si è potuto orientare decisamente verso la qualità delle produzioni, aprendo prospettive anche per i giovani. Il rischio è di mettere a repentaglio quanto è stato faticosamente raggiunto.

“Mai come oggi è necessario il confronto - ha commentato il vicepresidente della commissione Giannarelli – Se facessimo un referendum, il cento per cento della popolazione direbbe ‘no’”.

Interventi di Tommaso Fattori e Francesco Gazzetti hanno concluso l’incontro.


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