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martedì 08 ottobre 2024

PAROLE MILONGUERE — il Blog di Maria Caruso

Maria Caruso

MARIA CARUSO - “Una vita da vivere” è il primo libro che ha scritto dopo aver visto il primo cielo a San Felipe in Venezuela ed aver fatto il primo ocho atràs a Pisa. E' in Italia dal 1977 e per tre anni ha abitato in Sicilia. Le piace raccontarsi e raccontare con le parole che le passano per la testa ballando un tango in milonga. Su Facebook è Marina de Caro

Il tango genera emozioni positive

di Maria Caruso - martedì 26 giugno 2018 ore 19:02

Ballare il tango genera emozioni. Per l’esattezza le emozioni nel tango argentino sono date sia dalla reazione del corpo quando entra in relazione con l’altro e sia della mente del tanguero/a in risposta a stimoli interni o esterni. Tali risposte sono di vario tipo:

  1. Fisiologiche quando sentiamo aumentare la propria frequenza respiratoria e cardiaca, il calore/colore della pelle.
  2. Tonico-posturali quando ci sentiamo rilassati o in tensione.
  3. Comportamentali quando incidono sul nostro abituale modo di essere.
  4. Espressive poiché sul nostro viso sono evidenti sia dalla mimica facciale, sia dalla voce e sia dai gesti.

In verità non si dovrebbe dare un giudizio sulle emozioni poiché esse non sono ne positive ne negative ma sono in realtà il nostro sentire che dovrebbe avere una funzione guida, affinché armonizziamo e generiamo la risposta più appropriata in relazione a cosa è successo. Per comodità diciamo che possono essere distinte in positive o negative. Possiamo affermare pertanto che ballare il tango argentino generalmente è fonte di emozioni. Possono essere quindi positive e farci sentire piacere, felicità, gioia, interesse, anticipazione, aspettativa ma ci danno inoltre la possibilità di ampliare la nostra consapevolezza. Come un cane che si morde la coda i ballerini sono incoraggiati a nuovi spunti creativi, a passi innovativi e variegati conseguendo nel tempo, un ampio repertorio comportamentale che genera sempre più competenza, in chi, di questo ballo, se ne è innamorato. 

Per esempio, la curiosità di imparare un passo nuovo diventa preziosa conoscenza navigativa; le piacevoli interazioni con lo sconosciuto/a di turno con cui balliamo una tanda diventano relazioni; il ballare per il gusto di farlo alla fine diventa esercizio fisico fino all’eccellenza fisica se si vuole e se ci si impegna. Possono essere anche negative se ad esempio non veniamo invitati, se non ci riesce un passo, se non riusciamo a seguire l’uomo o a marcare correttamente la donna, inducendoci a comportamenti orientati alla sopravvivenza immediata. Ad esempio, l’ansia provata durante una serata in milonga porta spontaneamente a una risposta specifica influenzando il nostro comportamento: ce ne andiamo, diciamo che non ci interessa, ci deprimiamo, ecc. restringendo il tutto a un pensiero che prevede poche azioni da parte del tanguero/a per limitare il danno ovviamente, mentre quelle positive invece offrono una più ampia gamma di risposte da parte del ballerino/a che addirittura può scegliere tra diverse opzioni nelle sue manifestazioni di benessere, dormendo beatamente una volta a letto, crogiolandosi nel ricordare una tanda particolare, risentendo ancora addosso il calore di un abbraccio, ecc. 

Tutto ciò per dire che bastano le emozioni positive, anche se inizialmente possono essere poche, ad annullare quelle negative, perché le prime vengono posizionate in una prospettiva più ampia e naturalmente pertanto cerchiamo di evitare le situazioni in cui prevediamo di provare emozioni negative. Gli effetti del ballare il tango sono duraturi poiché la felicità provata durante una tanda non è solo il singolo risultato ma è spesso presente prima che ciò accada. Siamo cioè felici in prospettiva di ciò che potrà accadere quando facciamo serata. Andar via a fine milonga con un senso di benessere ci fa diventare più resilienti e ci garantisce una vita più lunga e una maggior salute. 

La creatività nel tango argentino è una componente chiave che consente di allargare la mente ma i più creativi al tempo stesso sono quelli che oscillano maggiormente nel provare sia emozioni negative che positive e ciò paradossalmente crea equilibrio poiché altrimenti diventeremmo dei ballerini allineati, non a fuoco, che vivrebbero in un mondo tutto loro senza alcun riscontro con la realtà: “Io con te mi sono trovato bene!”, esordiscono in tanti! Senza tener di conto di come si è trovato l’altro con lui. In sostanza tu sei al centro di tutto e il resto non conta ma ahimè, peccato, che si balla in coppia… 

A ogni modo, il processo creativo nel tango, si verifica seguendo due fasi distinte: la prima è data dall’attenzione concentrata, quando cioè il ballerino è in grado di vedere tante possibilità di passi, la seconda quando egli prova emozioni negative perché il passo o la postura non sono corretti quanto avrebbe voluto. Senza questo processo, non si creerebbero passi o sequenze di passi concreti perché solo in questo modo l’individuo costringe i due emisferi cerebrali a lavorare insieme per riuscire a ballare bene. Il tango inoltre può essere paragonato a una meditazione consapevole, di amorevole gentilezza che diventa il mezzo per ampliare la propria mente e sperimentare emozioni positive per cui è un dato di fatto che il tango fa bene e ballarlo ci mantiene giovani sia nel corpo che nello spirito. 

Quindi tutti in milonga!

Maria Caruso

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