Le strategie nel tango argentino
di Maria Caruso - domenica 26 aprile 2015 ore 22:17
A che servono le strategie nel tango? A farsi invitare naturalmente.
Se consideriamo tale concetto come un piano d’azione a lungo termine usato per impostare e in seguito coordinare le azioni tese a raggiungere lo scopo è necessaria una serie di operazioni separate, anche se l’esito rimane comunque incerto. A ogni buon conto bisogna sforzarsi di imparare a ballare bene pur non essendo solo questo il motivo che fa scattare l’invito da parte dell’uomo.
Saper mirare è fondamentale ma non sufficiente perché il tanghero va stimolato, avendo moltiplicato all’ennesima potenza, la proporzione che sostiene che per ogni uomo ci sono sette donne. Innanzitutto il posto dove ci sediamo deve essere bene in vista vicino, se possibile, alla porta d’ingresso così controlliamo tutti gli accessi; pertanto, se non siamo molto invitate e conosciamo il posto, prenotiamo per tempo indicando dove vogliamo accomodarci.
Le donne che arrivano presto in milonga partono avvantaggiate poiché il numero delle concorrenti è ancora accettabile. Non devono inoltre andare, appena entrate, a bere o a fumare poiché poi sarà più difficile farsi notare. Se possibile devono fare un giro con il cane (che sarebbe il maschio tanghero del gruppo che la invita per la prima tanda, doverosa per l’uomo che sta nel tuo gruppo) oppure mirare un cliente fisso (quello con il quale hai già ballato e che sai che alla fine t’inviterà comunque durante la serata specie se non ti piace poi tanto, così almeno ti togli il dente).
Non importa se balli con un tanghero poco bravo perché quello che sai fare si vede a prescindere e ad ogni modo bisogna cercare sempre di stare in pista perché gli uomini notano maggiormente un posteriore in movimento che una bella stazione di servizio. Si fa inoltre l’idea che se sei sempre invitata ci sarà un motivo no? E siccome gli uomini amano la competizione, faranno di tutto per arrivare a te.
E’ chiaro che alle volte abbiamo “Saturno contro” specie quando arrivano le donne che hanno il carnet già al completo prima dell’inizio della serata. A questo punto per contrastare la disgrazia dobbiamo andare via per ultime poiché (come quando trovi chiuso il bar dove vai sempre, ti rivolgi quindi a quello aperto lì vicino e se ti ci trovi bene, magari ci ritorni) così è possibile acquisire nuovi futuri clienti, a patto di rincontrare il “tipo” a breve distanza di tempo e di non aver trovato uno svampito più del solito.
Se la serata va proprio male e conosci qualche tanghero, ti puoi avvicinare, magari facendo finta di andare in bagno passandogli vicino, fermandoti un attimo per fare due chiacchiere, senza mai chiedergli direttamente di ballare ovviamente, così da stimolare l’invito che qualche volta accade. Regola vuole di non cambiare posto continuamente perché già il tanghero è confuso di suo figurarsi se ti deve cercare per l’intera sala. Ci si può spostare nel caso che la serata non giri per il verso giusto per stare accanto a un’amica così per lo meno ci passa meglio il tempo.
La nostra disposizione d’animo è fondamentale perché è percepita anche dai meno sensibili pertanto non pensare negativo a priori ed elargire grandi sorrisi a destra e a manca. Gli uomini non conoscono per fortuna i pensieri delle donne ma basta considerare un attimo la nostra preparazione (vestito magari nuovo per l’occasione, trucco impeccabile, profumo, crema corpo, ecc.) quando diventa inversamente proporzionale alla nostra delusione per aver perso tempo e denaro (buttato via) perché quella sera non abbiamo mai ballato, faremmo volentieri due tiri al bersaglio contro tutti i ballerini messi al muro.
Le mirade comunque si fanno anche quando i tangheri ballano con le altre donne se per caso volgono lo sguardo verso di noi... perché se siamo fortunate, se lo ricorderanno e verranno a cercarci per la tanda successiva così come si può fare mentre balliamo noi specie se ti stai annoiando da morire con il ballerino di quel momento e naturalmente lanci messaggi palesi di richiesta d’invito agli sguardi che incrociano la tua traiettoria. Altrimenti siate creative e inventate qualcosa lì per lì.
A una milonga super affollata, dove non ricevevo inviti da nessuno ed essendo seduta in un divano ad angolo dove i presenti avevano lasciato borse, scarpe, zaini, ecc., ad un tanghero arrivato li per caso a prendere qualcosa dal suo zaino nel momento in cui si abbassò praticamente ai miei piedi, gli dissi con un sorriso: “Non importava così tanto… bastava una semplice mirada…”. Rise di gusto e m’invitò a ballare. Alle volte assistiamo alle tande rosa, pertanto puntiamo in alto e non perdiamo stupidamente quest’occasione per timidezza, fermo restando di drizzare, pardon, mirare prima di andare dirette dall’uomo scelto.
Maria Caruso