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domenica 03 novembre 2024

SORRIDENDO — il Blog di Nicola Belcari

Nicola Belcari

Ex prof. di Lettere e di Storia dell’arte, ex bibliotecario; ex giovane, ex sano come un pesce; dilettante di pittura e composizione artistica, giocatore di dama, con la passione per gli scacchi; amante della parola scritta

La commedia degli onesti

di Nicola Belcari - lunedì 09 gennaio 2023 ore 09:00

Quando un sistema economico e sociale è marcio i suoi peggiori rappresentanti sono gli onesti. Se, infatti, corrotti, incapaci e opportunisti lo screditano, al contrario i probi, le persone serie, preparate, sono la maschera, la faccia presentabile che lo avalla di una presunta “bontà”.

Naturalmente non so se si tratti del caso nostro, e nemmeno lo penso, ma da qualche parte nel mondo, in qualche sgangherata repubblica (poiché nelle tirannie il problema non si pone), i peggiori esponenti, appunto perché più dannosi, come immagine e messaggio, sono quelli che si accontentano di stipendi e pensioni da 15.000-20.000 euro al mese, appena sufficienti per una sopravvivenza dignitosa, a parte un posto di riguardo per i parenti stretti e gli onori della carica.

I morigerati, austeri, sobri, le eminenze grigie, finiscono per essere la foglia di fico della putredine. Quella bontà è equivoca, quell’ingenuità sospetta.

Le personalità superiori non hanno colore politico. Volteggiano nell’aere dello spirito, sopra le meschinità e le contingenze, al di sopra degli avversari che fingono di scontrarsi contendendosi l’osso come mastini feroci. Aleggiano nell’etere, spandono e spargono buon senso e ovvietà indiscutibili, non scalfibili. Il loro “verbo” (fatti zero) perentorio è profuso senza alterarsi mai, con calma olimpica come s’addice al loro status semidivino. Mentre i politici di basso profilo s’infervorano nei dibattiti, alla ricerca di un consenso, sia che le elezioni debbano svolgersi, sia che siano già passate (il canovaccio tanto è vero non muta, che siano al governo o all’opposizione, così che pare che al loro posto, al potere, ci sia qualcun altro) le alte personalità (statisti, burocrati, funzionari, dirigenti, ecc.) invece, pontificano serafiche.

Su certe vicende non possono dire la verità, ed è comprensibile: è per il bene del popolo che va trattato per quello che si vuole che sia: un bambino poco intelligente. Sono schierati dalla parte del Bene e della scienza, ma anche il proclamare valori nobili e condivisibili si tinge di falso e sa di operazioni strumentale e ipocrita.
Sono degni di commiserazione quando per l’ambizione di fregiarsi di un titolo, che sia premier, capo, o altro, si caricano le deboli spalle di pesi schiaccianti e insopportabili per anime consapevoli, delle tremende responsabilità, come accettare la logica di una guerra (se non si possono considerare del tutto “naturali” nemmeno le catastrofi meteo-climatiche figuriamoci epidemie e guerre). In un mondo dove l’unico ideale è il denaro non ci sono eroi, né padri della patria, e sgozzarsi tra popoli non è da cristiani, né ha giustificazioni possibili.

Ci hanno imbandito un bel pranzo di pietanze avvelenate i potenti del mondo! E quando i “servitori dello Stato” di staterelli satellite, mosche cocchiere dei governanti del mondo, osannati dalla retorica della tivvù-propaganda, si rivolgono alla popolazione con discorsi edificanti, encomi per il sacrificio altrui, fino agli auguri di Natale, quelle parole non ingannino: non valgono niente.

Nicola Belcari

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