Letture a km zero
di Federica Giusti - venerdì 27 agosto 2021 ore 09:29
Siamo arrivati alla fine di questo agosto, mese di cui sono innamorata da sempre perché significa per me leggerezza, tempo, possibilità, scoperta.
Questo ultimo, però, non è stato proprio così, almeno non per me né per la mia famiglia. Mio padre se n’è andato e le parole chiave di questo mese sono diventate dolore...paura...vuoto.
Una delle attività nelle quali mi sono rifugiata è stata la lettura e ho voluto proprio ascoltare ciò che babbo mi diceva sempre: “Prima di andare lontano, cerca di scoprire ciò che hai intorno!”. E così ho fatto.
Mi sono imbattuta in due libri diversi, uno di prosa, l’altro di poesia, scritti da due donne diverse, una ragazza neo diplomata e un’insegnate. Una cosa le accomuna: la Valdera.
Il primo romanzo che ho letto è quello di Asia Minuti “Sul mirto e sulla rosa”. Si tratta di una raccolta di esperienze, sensazioni ed emozioni di una ragazza diciottenne alle prese con le conseguenze del Covid-19. Un fidanzato a Milano, la passione per la danza che pratica ad altissimi livelli, gli amici, i diciottesimi, l’amore per la famiglia, sempre presente nelle sue descrizioni. E lei. Con i suoi vissuti di impotenza e di incredulità di fronte ad una pandemia mondiale, così ingombranti per una ragazza così giovane. È un romanzo che si fa leggere rapidamente, si fa voler bene e ha un grande potere a mio avviso: permette a tutti noi di ripercorrere le nostre tappe emotive rispetto all’anno appena trascorso.
L’altro libro è una raccolta di poesie dell’insegnate e scrittrice Carmen Talarico, una donna piena di estro e creatività, sempre animata dalla curiosità per ciò che la circonda. Il suo “Ricamo d’anima. Tessiture generatrici. Trilogia di silloge poetica” è una raccolta di poesie ma soprattutto, una raccolta di emozioni. Ogni verso ha il potere di descrivere, raccontare, narrare la realtà come se fossero delle pennellate date su una tela bianca. Le parole tessitura e ricamo d’anima rappresentano bene ciò che Carmen riesce a fare: unire la trama e l’ordito delle nostre esistenze, restituendoci un tempo presente che ci costringe a riflettere sì, ma in modo dolce e delicato, quasi in punta di piedi. Tra tutte, la mia preferita è “Maschere”. Sin dalla prima lettura mi ha acceso ricordi di pirandelliana memoria misti a ciò che ho potuto vedere e ascoltare nella pratica clinica in questi mesi di pandemia.
Insomma, proprio come mi ha insegnato babbo, non c’è bisogno di andare lontano per trovare dei tesori. Basta saper scovare!
Spero di avervi incuriosito almeno un po’!
Buona lettura!
E buon fine agosto!
Federica Giusti