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venerdì 04 ottobre 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Lo aspettavo da tempo

di Federica Giusti - venerdì 29 aprile 2022 ore 07:30

Avete presenti quelle situazioni in cui dite a voi stessi: “Finalmente!”. Quando l’attesa diventa così estenuante, è lunga e non si vede la fine per anni magari, e poi, la fine arriva e siete travolti da mille emozioni.

Sicuramente sarete felici, ma può darsi che non siate al settimo cielo.

Perché? Perché attendere per un periodo estremamente lungo qualcosa di fortemente desiderato, si accompagna a vissuti di perdita, di delusione, di sconfitta per ogni volta che ci siete andati vicini e non siete riusciti ad ottenere ciò che volevate ardentemente. E non sto parlando di desideri effimeri, materiali, e basta, ma anche di quelli più profondi, anche di quelli che riguardano la nostra stessa serenità.

Magari che da tempo spera in un lavoro a tempo indeterminato, chi aspettava una risposta dalla Banca per poter acquistare finalmente casa, chi, ancora, desiderava riceve delle informazioni mediche che, finalmente, riattivassero la voglia di progettare ed investire nel futuro.

Insomma, di qualsiasi cosa si tratti, quando il desiderio è forte, le nostre attenzioni sono tutte dirette su quello, ma, se come spesso accade, passa molto tempo, nel mentre si vengono a sovrapporre altre situazioni, altri problemi che, comunque, richiedono l’attivazione delle nostre risorse affettive e cognitive. E, di nuovo, se il nostro desiderio si fa attendere molto, è probabile che ci siano situazioni nelle quali sembrava di essere ad un passo dall’obiettivo, che, invece, si dissolve tra le nostre dita. Ed ecco i vissuti di frustrazione, rabbia e insoddisfazione, come se fosse sempre un desiderio negato. Frasi del tipo: “Tutti ci riescono e io devo sempre soffrire!”, “Gli altri stanno bene e solo a me succedono cose assurde e complesse…” accompagnano le nostre giornate fino a renderle completamente ingestibili.

Ma è davvero ciò che dovremmo fare? Lasciare andare le cose e non dare loro il giusto peso non è la soluzione strategicamente migliore a mio parere.

Forse dovremmo festeggiare! Si, proprio festeggiare! Arrivano notizie che aspettavate da tempo, e allora non permettete al grigiore, alle delusioni, alle difficoltà di togliervi quel sorriso. Vi meritate quella gioia e nessuno deve avere la possibilità di togliervelo.

Oggi (da intendere come giorno nel quale scrivo ovviamente!) è una giornata di sole, il primo venerdì di primavera e giorno pre festivo prima della Pasqua. Sono dovuta andare in centro a ritirare i documenti di ciò che io e la mia famiglia aspettiamo da circa un decennio, ossia il permesso a demolire la casa (storia davvero davvero lunga e complessa che vi evito volentieri!), e Pontedera era colma di persone! Erano due anni che non vivevamo la primavera in condivisione e non vi nego che mi è piaciuto tantissimo quel lento ma deciso ritorno alla normalità. I sorrisi degli studenti in vacanza, delle mamme con i bambini in giro per negozi, in generale di tutti coloro che stavano più o meno lentamente passeggiando è stato un modo diretto e chiaro di festeggiare la possibilità di vivere dopo un momento di grande, enorme difficoltà come è stato quello del Covid.

Ecco perché dico: cerchiamo di essere felici di tutto ciò che aspettiamo da tempo, anche se è stato difficile attendere per la sua realizzazione.

Federica Giusti

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