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martedì 15 ottobre 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Il vero problema è l’indifferenza

di Federica Giusti - venerdì 14 luglio 2023 ore 08:00

Qualche settimana fa, mentre ripartivo dopo la pausa pranzo per tornare in studio, sono caduta. Non mi sono fatta niente, solo qualche sbuccio di infantile reminiscenza, ma di una cosa sono rimasta molto male.

Ero per strada, sull’asfalto bollente, quando arriva una macchina di una persona che abita lì. La donna scende, mi vede, molto probabilmente mentre stava ancora guidando, ha visto pure la scena della caduta, e niente, assolutamente niente, prende le buste della spesa e si avvia in casa lasciandomi lì.

Non che avessi bisogno di un esempio vissuto in prima persona, ma in quel momento, mentre mi rialzavo, ho davvero pensato che il problema del nostro tempo è proprio l’indifferenza.

Siamo spesso così concentrati sulle nostre vite e abbiamo così bisogno di tenere il punto, che non ci interessa di niente e di nessuno. Capo chino e avanti per la nostra strada.

E questo, ahimè, non vale solo per banali cadute, ma anche per situazioni ben più gravi. La sofferenza degli altri sembra diventata così fastidiosa e faticosa da gestire, che ignorarla sembra essere la soluzione migliore.

Ed è quello che trasmettiamo anche alle generazioni dei più piccoli: pensa a te, il resto penserà a se’.

Ovviamente lungi da me fare un discorso troppo generale, per fortuna non siamo tutti così, però ho notato che questo atteggiamento sta diventando sempre più frequente.

La solidarietà soccombe di fronte all’indifferenza e regna un’aggressività ormai nemmeno più latente che sembra ricordare la legge del più forte.

Io credo che dovremmo tornare a praticare la gentilezza, come forma di allenamento quotidiano non per il fisico ma per l’anima. Insegnare, come sostiene anche il Prof. Mancuso nel suo “Etica per giorni difficili”, non tanto e non solo la didattica nozionistica e cognitiva, ma soprattutto alfabetizzare emotivamente gli studenti ti sin da piccoli, in modo che non possano essere adulti chiusi, aggressivi ed indifferenti.

Tutti noi possiamo ancora fare qualcosa per cambiare una situazione che credo stia stretta a molti, ma dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare sulla nostra emotività in primis.

Buona gentilezza a tutti!

Federica Giusti

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