Scusarsi o dire grazie?
di Federica Giusti - venerdì 16 dicembre 2022 ore 09:00
Siamo stati abituati a vedere nelle parole “Scusa” e “Grazie” una forma di educazione e rispetto verso il prossimo. E di sicuro lo è.
Però forse dovremmo provare a fare maggiore attenzione all’intenzione comunicativa: cosa vogliamo dire all’altro? Cosa vogliamo dire a noi stessi?
Esempio: facciamo tardi e ci scusiamo per il ritardo. Così ci assumiamo tutta la responsabilità della cosa, in effetti siamo noi ad essere arrivati tardi, ma così, paradossalmente, annulliamo l’altro e ciò che ha fatto. Se aggiungessimo un grazie... tutto sarebbe più...equilibrato! Noi abbiamo agito quel ritardo, ma l’altro lo ha subito, quindi dirgli grazie per averci fatto il dono del suo tempo ed averci aspettato è un modo per dare a lui o lei l’importanza che merita.
Dire grazie fa vedere l’altro e ci mette in una condizione di ascolto anche verso i suoi bisogni e i suoi sforzi. Scusarci ci mette in una condizione di ascolto solo del nostro stato d’animo.
Un grazie per averci ascoltato, un grazie per la pazienza che ci è stata dimostrata. E non solo scuse.
Ripeto, tutto è relativo all’intenzione comunicativa. Smettere di comunicare solo con noi stessi e iniziare a comunicare anche con gli altri.
Spesso mi viene chiesto perché utilizzo un approccio relazione. Ebbene, dal mio punto di vista, senza le relazioni non c’è niente. Se smettiamo di ascoltarci ed ascoltare l’altro, smettiamo di fare ciò che l’essere umano è, ossia un animale sociale.
Lo stesso atteggiamento di dire grazie possiamo (oserei dire dobbiamo) condividerlo anche verso noi stessi. Proviamo a ringraziarci la sera prima di andare a dormire, come una buona pratica che vede nel totale rispetto di noi la sua essenza. Proviamo ad essere grati a noi stessi anche per le piccole cose che abbiamo fatto. Magari potremmo ringraziarci perché siamo riusciti a riposarci 10 minuti in più, o abbiamo mangiato qualcosa di più adatto, oppure, abbiamo letto o siamo riusciti a giocare con i nostri figli o i nostri animaletti. Insomma, ogni giorno proviamo a fare in modo che non sia gettato al vento, che abbia un senso per noi e per la nostra quotidianità.
Ringraziamo per ciò che abbiamo fatto di buono, ringraziamo per ciò che di buono hanno fatto gli altri, anziché scusarci e basta per le nostre mancanze.
Piccoli cambiamenti di prospettiva che hanno, però, un valore immenso.
Provate, come sempre, e fatemi sapere!
Federica Giusti