Sono solo canzonette (?)
di Federica Giusti - venerdì 10 febbraio 2023 ore 08:00
Siamo nella settimana del Festival. Direte voi: quindi?! Cosa c’entra con la psicologia Sanremo?
Il Festival, più di ogni altro evento televisivo escluso i Mondiali di calcio forse, è sicuramente una delle trasmissioni più viste durante l’anno in tv. E lo è non solo perché ha una formula spesso vincente, ma perché ha il potere magico di aggregare, di fare gruppo. Che lo si guardi da soli o in compagnia, se ne parla sulle chat, sui social, tutti parlano di Sanremo. Anche e soprattutto quelli che il Festival non se lo calcolano proprio!
Abbiamo bisogno di condividere perché, come spesso ricordo, siamo animali sociali, stiamo in gruppo e ci confrontiamo.
E poi, in un momento storico nel quale regnano sovrane le paure e le incertezze, abbiamo bisogno di momenti di svago, e le canzoni, la kermesse, ci permette di averne molti, ma anche momenti di riflessione su temi sociali importanti.
Dal suo esordio, nel 1951, il Festival, attraverso alcuni testi e attraverso il suo palco, ha dato voce a tematiche importanti, dalle speculazioni edilizie (Il ragazzo della via Gluk), al disagio mentale (Ti regalerò una rosa), all’omosessualità (Non mi dire chi sei o Sulla porta), per citarne solo alcuni. E poi operai che scioperavano, il Covid e la conseguente paura del 2020, la violenza sulle donne, la diversità culturale, le guerre.
Il Festival o lo si odia o lo si ama, ma, comunque, non ci lascia indifferenti. E il suo essere legame, collante, lo rende importante anche a livello psicologico.
Quella settimana lì è una parentesi nel corso delle nostre esistenze, più o meno importante ma pur sempre presente.
È uno spartiacque che ci permette di sentirci parte di un tutto, ha quasi un potere accudente, non ci permette di sentirci totalmente slegati dagli altri.
Sì, ammetto che a me piace, però ammetto anche di non averlo visto di buon occhio per molti anni durante la mia adolescenza. Ma non l’ho mai ignorato.
La musica ha un potere di diffusione importante, e magari alcune sono davvero solo canzonette, ma ci potrebbero strappare un sorriso comunque. Non sarà la musica che tutti noi amiamo (io ho un’anima più rock in effetti) ma è ciò che racconta, nel bene e nel male, la nostra società.
E, comunque vada, sarà un successo, per citare Chiambretti!
Federica Giusti