Autosabotaggio
di Federica Giusti - venerdì 06 maggio 2022 ore 07:30
In queste ultime settimane ho incontrato un po' di persone che non vedevo da molto tempo, complice la pandemia ovviamente. E ci siamo incontrati in Pontedera, talvolta casualmente, talvolta con appuntamento. La cosa che mi ha colpito di ognuno di loro è il commento sulla mia città (me lo concedete un po' di sano campanilismo vero?!). Mi hanno detto che è un “chicchino”, che è rifiorita dal 2020 ad ora. Tanti nuovi locali, tanti nuovi negozi, tanta gente sul corso. Ebbene sì, Pontedera è proprio rinata negli ultimi anni. A dicembre incontrai ad una presentazione di un libro il nostro Vicesindaco Puccinelli e, facendogli i complimenti per l’illuminazione natalizia, gli confessai che avevo una paziente che abitava a Grosseto e che vedevo normalmente online, che, durante le vacanze di Natale, era voluta venire in studio per godersi il calore di Pontedera.
Perché oggi parlo di questo? Perché credo che anche Pontedera, negli anni, abbia fatto una sorta di autosabotaggio, screditandosi di fronte agli occhi dei suoi stessi concittadini e perdendo grinta. Questo, se capita ad una città, potete immaginare che tipo di effetti può avere su ognuno di noi, nelle nostre vite.
Come si attiva l’autosabotaggio? Beh, innanzitutto svalorizzando noi stessi e iniziando a giudicarci in negativo, come ciò che non siamo. Frasi come non sono abbastanza, potevo fare meglio, possono indicare anche una presa di consapevolezza sana e giusta, ma solo quando ci permettono di attivare risorse per un cambiamento. Altrimenti diventano frasi inutili e sterili, che possono solo farci sentire inadeguati e farci smettere di lottare per noi stessi. Se le viviamo senza attivare in noi qualcosa che ci permetta di cambiare, entriamo in un circolo vizioso che ci alimenta altri pensieri negativi. Vedremo gli altri maggiormente realizzati rispetto a noi, e questo, anziché una spinta a fare diversamente, diventerà una comoda conferma al non fare affatto, alla stasi. Ci sentiremo inutili ed incapaci e ci convinceremo ancora più di esserlo ogni volta che, quasi consapevolmente, dimostreremo a noi stessi di aver fallito. Il cambiamento ci sembrerà così difficile ed improbabile da sembrare impossibile, per cui inizieremo a demandare e procrastinare, oggi non riesco, inizierò domani, diventerà un mantra adatto alla demolizione di noi stessi e delle nostre aspettative. Gli altri sembreranno tutti più bravi, più competenti, più fortunati di noi.
E allora cosa possiamo fare? Beh, direi che potremmo prendere spunto proprio da Pontedera, iniziando a crederci ed iniziando a cambiare.
In fin dei conti, secondo la fisica, il calabrone non potrebbe volare, eppure vola!
Non c’è limite alla forza di volontà, ma non si ottiene niente senza sforzo e vittimizzandoci e basta!
Federica Giusti