La pioggia
di Marco Celati - venerdì 27 marzo 2020 ore 07:00
Questa pioggia battente che non smette mai, sferza l’asfalto grigio, inclinata, prende d’infilata le auto che attraversano la piazza e i passanti riparati sotto ombrelli colorati contro il grigio della sera e continua e continua e continua, incessante fino a che il grigiore si fa cupo e volge al nero la notte, questa pioggia che sembra di sentirla addosso con l’umido e il freddo che ti entrano nelle ossa, nel sangue, questa pioggia a diluvio che ingrossa fiumi e corsi di acqua scura che scorre e la corrente la porta via, lontano da qui, come il tempo porta via gli anni, le persone, le cose, questa pioggia che cade gocciante e frusciante sugli alberi frondosi o stecchiti che non ci lascia perché ci appartiene, perché è dentro di noi e odora di fiori pestati, di erba recisa, di terra e cani bagnati, questa pioggia che si accompagna a nuvoli gonfi e brontolio di tuoni e squarci intermittenti di lampi, bagliori elettrici dell’aria e del cielo, questa pioggia che sfiora gli uccelli che radono il suolo e si riparano nel nido o si librano alti in volo, questa pioggia che ci addormenta col rumore di temporale, fortunale, burrasca, tempesta, bufera e altro e ci segue nel sonno quando non siamo più qui, manchiamo alla nostra coscienza e non siamo reali, ma sogni, questa pioggia che dilava e scava argini, strade, declivi, colline e scarnifica i fianchi scoscesi dei monti e si abbatte nel folto, nel fitto dei boschi o bagna campi verdi e radure, allagando pianure argillose, popolose di esseri umani e animali, di industrie e commerci, questa pioggia sul mare d’inverno che si muove aggredendo spiagge, percuotendo scogliere, questa pioggia e il clima che lasciamo al mondo a quelli che verranno, questa pioggia cadente sulla vita meravigliosa e tragica, la commedia di esistere, ridanciani e lacrimosi, ilari e tristi, malinconici e assurdi che siamo, strappati al passato, attaccati al presente, rivolti al futuro, questa pioggia come un pianto silenzioso, il rinnovarsi della natura purificata, la mente dolorosa e lavata, questa pioggia sui tetti, sulle case, su tutti quelli che si amano e non si amano più, sono io, sei tu, siamo noi, siamo il tempo che siamo.
Ho acceso sul davanzale un bastoncino profumato d’incenso, vado incontro alla notte e ascolto la pioggia che viene.
Marco Celati
___________________
Pontedera, Inverno 2020
“Pioggia in città”, rielaborazione pittorica digitale dell’autore, da una foto.
Marco Celati